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We want sex, la lotta per le pari opportunita’ in Inghilterra

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We want sex, la lotta per le pari opportunita’ in Inghilterra

L’Inghilterra era pronta alla minigonna ma non lo era ancora per la parità. A rendersene conto per prime furono proprio le donne, quelle che le minigonne le indossavano davvero. O le sognavano, sfogliando Vogue. Nessuno ci dirà mai se una delle le operaie di Daghenam protagoniste di questa deliziosa commedia di Nigel Cole abbia mai avuto anche solo il tempo di immaginarla una minigonna. Ma ci piace pensare che quel gruppo di ragazze coraggiose che nel ’68 portarono a termine un durissimo sciopero sfociato in un emendamento per la parità dei salari, avessero, a modo loro, quel gusto sottile per la moda, quel sorriso, i capelli alla Jane Fonda e quel senso della pedalata graziosa in bicicletta. Potere del cinema inglese, di quel tipo di commedie alla Calendar Girls (dello stesso regista) o alla Full Monty, per fare pari fra uomini e donne. Magari, osando un po’ in eccesso, di un certo cinema alla Ken Loach, sempre in periferia, sempre onesto e capace, seppur con altri toni, a raccontare quel fatto lì che un po’ il mondo l’ha cambiato, in un paese che conosce bene.

Di certo i veri fatti dietro allo sciopero delle operaie di Dagenham potevano essere narrati con toni ben più duri, ma la commedia dolce e amara di Cole non manca di rispetto alla fatica, al coraggio, alle condizioni pessime in cui versava il lavoro di quelle donne, capitanate da una battagliera portavoce interpretata da una meravigliosa Sally Hawkins. E chiaramente quando sullo schermo ci arriva un veterano del genere donne & rivoluzioni (non dimenticheremo mai la protagonista de L’erba di Grace di cui ci fece innamorare) gli ingredienti sono tutti al posto giusto: un cast costruito con dettagli e cura, costumi glam – fra tutti i meravigliosi trench, gli hot pants e le stampe optical della Swinging London – una protagonista “per caso” che cresce, si evolve, si appassiona, un sogno di fondo, qualche imprevisto e grandi ostacoli contro cui remare. Niente di nuovo, ma tutto suona bene, compresa la colonna sonora tutta Green Tambourine dei Lemon Pipers e bei pezzi di una nazione che cambiava suo malgrado, colpa del rock, della moda, delle radio, della nuova consapevolezza. A completare l’opera, colletti bianchi un po’ scemi e sindacalisti cattivi, scenari perfetti per l’ambientazione – una fabbrica vera pronta a chiudere in Galles, con la partecipazione sul set di vere operaie – e un ritmo sempre azzeccato. Magari non un film indispensabile, questo We Want Sex, presentato al festival di Roma 2010, ma divertente, godibile e brillante. Tutte belle sensazioni che a volte uscendo dal cinema vorremmo provare…

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