Con la Sentenza n. 9313 del 7 aprile 2021, la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha chiarito che, in caso di sottoposizione del dipendente pubblico a procedimento penale, ai fini della valutazione circa la tempestività dell’azione disciplinare esperita dalla Pubblica Amministrazione va individuato il momento in cui la questa abbia avuto la conoscenza di tutti gli elementi costitutivi dell’illecito e
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Corte costituzionale: se il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è fondato su un fatto insussistente il lavoratore va reintegrato
Con Sentenza n. 59 del 24 febbraio 2021, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 18, settimo comma, secondo periodo, della Legge n. 300/1970 (testo introdotto con la cosiddetta "Legge Fornero), nella parte in cui prevede che laddove il giudice accerti la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato
Pubblico impiego: sulla quantificazione del danno a seguito di illegittima revoca della posizione organizzativa
Con Ordinanza n.7067 del 12 marzo 2021, la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata sugli effetti della illegittima revoca della posizione organizzativa nel pubblico impiego ed ha ribadito che ai fini della quantificazione del danno non può essere ricompreso quanto dovuto a titolo di retribuzione di risultato tranne che il lavoratore, anche in via presuntiva,
Licenziamento per giustificato motivo oggettivo e obbligo di repêchage
Con la Sentenza n. 7218 del 15 marzo 2021, la Suprema Corte di Cassazione ha nuovamente affrontato il tema relativo alla ripartizione dell’onere nella prova nel caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo in caso di soppressione del posto di lavoro cui era addetto il lavoratore licenziato. IL FATTO - La Corte d’Appello di
Mobbing: è onere del lavoratore fornire la prova dell’intento persecutorio
Con Sentenza n. 6079 del 4 Marzo 2021, la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha ribadito che l’esistenza di una dequalificazione o di plurime condotte datoriali illegittime non sono di per sé idonee a integrare un’ipotesi di mobbing, precisando altresì che spetta al lavoratore ha la prova dell’intento persecutorio del
Permessi sindacali: l’utilizzo improprio non è giusta causa di licenziamento
Con Sentenza n. 6495 del 9 marzo 2021, la Corte di Cassazione ha affermato che l’utilizzo dei permessi sindacali per fini diversi da quelli per cui sono stati attribuiti, ma comunque inerenti al ruolo sindacale rivestito, integra un’assenza ingiustificata dal posto di lavoro, punibile con sanzione disciplinare conservativa e non con il licenziamento. IL FATTO -
Licenziamento orale: l’onere della prova ricade sul lavoratore
Con Sentenza n.149 dell’8 gennaio 2021, la Suprema Corte di Cassazione ribadisce il principio secondo il quale la prova circa la sussistenza del licenziamento orale spetta al lavoratore. La relativa dimostrazione non può tuttavia consistere nella mera cessazione dell'esecuzione delle prestazioni derivanti dal rapporto di lavoro che può discendere da licenziamento, da dimissioni
Pubblico impiego: il limite massimo dei trentasei mesi per i contratti a termine è complessivo e non aggirabile
Con Sentenza n. 6089 del 4 marzo 2021, la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha dichiarato applicabile ai contratti a termine stipulati dalla pubblica amministrazione il limite di trentasei mesi di durata del rapporto a tempo determinato previsto per il lavoro privato precisandone la portata complessiva con la conseguenza che
Il rifiuto del vaccino anti Covid-19 non esclude la copertura INAIL
Con circolare dell’1/03/2021, l’INAIL si è occupata del tema relativo all’operatività della tutela per infortunio sul lavoro nel caso di contagio da Covid-19 in presenza di rifiuto del vaccino da parte del personale infermieristico. L’Istituto Nazionale dichiara operativa la tutela assicurativa sulla base di un’approfondita analisi delle seguenti tematiche. a) Obbligatorietà della
Contratto a termine con lavoratrice gestante: la mancata proroga è discriminatoria
Con Sentenza n. 5476 del 26 Febbraio 2021, la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha qualificato la mancata proroga di un contratto a tempo determinato ad una lavoratrice in stato di gravidanza come discriminazione di genere. IL FATTO- La Corte d'Appello di Roma, in parziale riforma della sentenza del locale Tribunale, respingeva