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Il processo occulto di privatizzazione dell’INPS

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Il processo occulto di privatizzazione dell’INPS

È in atto un processo occulto di esternalizzazione, e dunque di privatizzazione, dei servizi previdenziali del quale non si parla. Per poterlo descrivere, devo partire dal racconto una mia esperienza personale.

Ad aprile la mia collaboratrice domestica è dovuta ricorrere all’astensione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio, da lei regolarmente dichiarata all’Inps.

Quando avevo appreso la notizia, non avendo trovato nel portale dell’Istituto alcuna possibilità di sospendere il rapporto di lavoro, avevo contattato il Call Center sentendomi rispondere che non era necessaria alcuna comunicazione da parte mia.

Ora, alla scadenza del periodo di astensione obbligatoria, la lavoratrice mi fa sapere di voler utilizzare anche i sei mesi di astensione facoltativa  e a questo punto mi attivo inviando alla sede Inps competente per territorio, una raccomandata in forma di PEC, in quanto ancora una volta riscontro l’impossibilità di procedere autonomamente alla comunicazione della continuazione dell’assenza della lavoratrice attraverso il portale Internet: sono certa così di aver così assolto a tutte le mie incombenze.

La risposta che mi arriva, sempre via PEC, dall’Inps è a dir poco sorprendente: l’unico modo per sospendere il rapporto di lavoro ed essere esonerata dal pagamento dei contributi è  il ricorso a un patronato o a un/una commercialista.

Approfondendo la questione ho scoperto che l’Inps non solo non incrocia in automatico i dati di datore di lavoro e lavoratore (in questo caso la lavoratrice ha regolarmente percepito l’indennità di maternità), ma soprattutto non ha personale sufficiente a “lavorare le pratiche”, funzione che ormai ha esternalizzato, appunto, a patronati e commercialisti: così, con la riduzione del personale dovuta al blocco del turn-over, la spesa complessiva dell’Inps si riduce, in quanto i commercialisti sono pagati dai singoli cittadini e i soldi pubblici erogati ai patronati sono prelevati da altro capitolo di spesa rispetto al bilancio dell’Inps.

Molte persone – come me – si battono da anni contro la privatizzazione dei servizi pubblici, eppure in casi come questo la privatizzazione procede attraverso processi occulti e noi, cittadine e cittadini inconsapevoli, non abbiamo neppure modo di protestare.

In conclusione dovremmo chiederci perché non si investa in una pubblica amministrazione efficiente sia nell’organizzazione sia nei controlli, invece di affidare ai privati i servizi pubblici, con la scusa del risparmio delle risorse statali. Ma forse la risposta sarebbe scomoda, perché toccherebbe interessi molto diffusi, che una simile politica andrebbe ad intaccare.

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