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È ritorsivo il licenziamento del lavoratore che ha denunziato il datore di lavoro

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È ritorsivo il licenziamento del lavoratore che ha denunziato il datore di lavoro

Con Sentenza n. 18410 del 09 luglio 2019 la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha ritenuto illegittimo il licenziamento disciplinare irrogato nei confronti di una dipendente che aveva sporto denuncia nei confronti del datore. 

IL FATTO – A seguito di un’ordinanza cautelare che riteneva illegittima l’assegnazione di una lavoratrice a determinate mansioni, questa presentava una denuncia nei confronti del datore di lavoro avente ad oggetto la dolosa inosservanza di tale provvedimento. Ritenendo calunnioso il contenuto di tale denuncia la società, che affermava di non essere mai stata a conoscenza di tale ordinanza, licenziava la dipendente contestandole di aver mosso un’accusa con la consapevolezza della sua infondatezza.  La lavoratrice, dunque, ricorreva, innanzi al Giudice del lavoro affinché ritenesse insussistente la giusta causa del licenziamento e condannasse la società a reintegrarla nel posto di lavoro, a risarcirle i danni e a versarle i contributi previdenziali. La ricorrente otteneva una pronuncia favorevole, confermata in secondo grado. La società adiva la Corte di Cassazione per la riforma della sentenza.

LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE  – La Suprema Corte, precisando che la sentenza impugnata si fondava sull’accertamento della circostanza per la quale quando la lavoratrice aveva sporto denuncia contro il datore di lavoro non aveva mosso un’accusa consapevolmente infondata, ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dal datore di lavoro.

Ciò in quanto dalle risultanze istruttorie del giudizio era emerso che, pur in difetto della notifica dell’ordinanza in questione, il datore di lavoro era venuto a conoscenza dei contenuti della stessa prima di impartire le disposizioni alla lavoratrice che contrastavano con quanto previsto proprio dall’ordinanza sulle mansioni della dipendente. La Corte ha dunque ritenuto che il giudizio espresso dai giudici di appello circa l’insussistenza dell’addebito mosso a fondamento della contestazione disciplinare – ossia che la dipendente avesse sporto una denuncia con la consapevolezza dell’infondatezza dell’accusa – fosse del tutto ragionevole e congruo e che, dunque, il licenziamento avesse natura ritorsiva nei confronti della dipendente.

Testo completo della decisione: Cassazione civile, Sez. Lavoro, Sentenza n. 18410 del 2019

 

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