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Quando le parole colgono nel segno

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Quando le parole colgono nel segno

«Reggio è una delle città che si staccano da quante se ne vedono nelle lunghe traversate dalle Alpi allo Jonio per formare un tipo, un carattere, un popolo a parte
(Caterina Pigorini Beri, “In Calabria”, 1884)

Apprendo che sul sito della CISL-UNIVERSITA’ è stata pubblicata, a firma del Prof. Alberto Giacchino del Conservatorio di Palermo, una nota intitolata “CISL: se la conosci ti iscrivi”, con cui si intende replicare alle posizioni da me espresse in un precedente post intitolato “CISL: se la conosci la eviti”.

Premetto che non è mia intenzione alimentare un dibattito polemico (che porterebbe via, tra l’altro, molto tempo all’esercizio della mia professione che, va da sé, mi gratifica molto di più) e che, laddove non sarò gioco-forza obbligato, con questo post intendo chiudere la “spirale” delle repliche e precisazioni sul tema che, viceversa, potrebbe non aver mai fine.
Anzi, preciso che avrei fatto a meno di scrivere questo post, se la nota del Prof. Giacchino si fosse limitata ad esprimere (legittime) posizioni politiche personali senza però affermare circostanze inesatte, che – doverosamente – richiedono una replica.

Innanzi tutto si precisa che, a differenza di quello che vuol far credere il Prof. Giacchino, il mio post “CISL: se la conosci la eviti” NON è un comunicato UNAMS e non è apparso sul sito della predetta O.S. (che si è limitata ad apporre un link nella sezione “news”) bensì sul sito da me curato “lavoroediritto.it” che, com’è facile riscontrare, non si occupa esclusivamente del comparto AFAM e che vede far i propri collaboratori professionisti di prestigio quali docenti universitari, dirigenti della pubblica amministrazione, magistrati etc.

Va altresì precisato che il sottoscritto non è né iscritto né dirigente dell’O.S. UNAMS ma è un mero consulente legale. Tra l’altro, ad onor di cronaca, il sottoscritto è stato ed è consulente legale, anche per quanto attiene al comparto AFAM, di iscritti e/o simpatizzanti di altre sigle sindacali quali la stessa CISL e la CGIL. Ergo, quando il sottoscritto parla lo fa sempre a titolo personale.

Venendo poi al merito dei rapporti fra CISL e Direzione Generale AFAM (a quanto parrebbe non negati ma confermati, seppure in un’ottica di sano confronto istituzionale, dallo stesso Prof. Giacchino), mi viene da rispondere con le parole del responsabile, per il settore AFAM, di altra sigla sindacale diversa dall’UNAMS che, a margine dell’incontro presso il MIUR tenutosi nella giornata di ieri, in presenza di testimoni, ha definito il Direttore Generale, Dott. Giorgio Bruno Civello, “presidente onorario della CISL UNIVERSITA’’”. È chiaro che trattavasi di una battuta formulata con tono evidentemente ironico, che però conferma come non sia poi così improbabile che l’osservatore esterno possa (legittimamente) farsi quel tipo di convincimento.

Mi piace però ricordare in questa sede quando accaduto durante l’ultima campagna elettorale RSU (aprile 2007) allorquando la Direzione Generale AFAM, a quanto sembrerebbe dalla lettura degli atti “imboccata” dalla CISL, ha diramato “urbi et orbi” una nota – dall’evidente significato politico-elettorale (anche se camuffata sotto l’aspetto di precisazione di carattere tecnico) – in cui venivano espressamente contestate alcune argomentazioni sostenute dall’O.S. UNAMS (a torto o a ragione non importa perché, in uno stato democratico, ognuno ha diritto di avere le opinioni che crede e fare campagna elettorale sostenendo ciò che ritiene più giusto e opportuno) ed in cui veniva esplicitamente citata la CISL (e, con tutta evidenza, tale citazione ha rappresentato un invito surrettizio a far votare quella sigla).

Questi, chiarissimo Prof. Giacchino, sono fatti!

Ma passiamo avanti. Sostiene il Prof. Giacchino che il comportamento del dirigente cislino del Veneto a cui io ho fatto riferimento nel mio post non sarebbe valutabile poiché nulla sarebbe stato riportato riguardo al contesto in cui alcune (a mio avviso sindacalmente gravi) affermazioni sono state proferite.

Orbene, tale velata “accusa”, mi sembra destituita di ogni fondamento. Se il Prof. Giacchino rilegge ciò che ho scritto capirà benissimo qual’era il contesto, tra l’altro, facilmente evincibile anche dal testo del decreto del Giudice del Lavoro di Venezia a cui ho fatto riferimento inserendo anche uno specifico link.

Veniamo adesso a due vere e proprie “chicche”.

Secondo il Prof. Giacchino, la legge 508/99 «nella stesura definitiva porta la firma dell’allora sindacato di maggioranza assoluta del comparto (l’UNAMS)».

Orbene tale affermazione contiene in sé un errore esiziale ed un dato falso.

È comprensibile che il Prof. Giacchino, senza ombra di dubbio musicista stimato e di valore, non abbia mai studiato diritto costituzionale o non abbia mai letto la Costituzione. Però se il Prof. Giacchino non sa chi, nel nostro ordinamento costituzionale, approva (e dunque “firma”) le leggi, farebbe meglio a tacere (così come il sottoscritto tace su Mozart e Beethoven ed, al massimo, esprime qualche opinione sul punk, sulla new wave o sugli U2!). Sappia il Prof. Giacchino che, nel nostro ordinamento, è il Parlamento ad approvare le leggi che poi vengono promulgate dal Presidente della Repubblica! Se c’è qualcosa che non Le piace in seno alla legge 508/99, Prof. Giacchino, vada a chiedere conto ai “responsabili”  (i parlamentari) e non all’UNAMS (che non ha poteri e funzioni legiferanti).

È altresì comprensibile che il Prof. Giacchino non passi giornate intere a consultare i dati elettorali ma, se non li conosce, farebbe meglio ad evitare di dire inesattezze. L’UNAMS non è mai stato sindacato di «maggioranza assoluta» essendo, al massimo, riuscito a raggiungere un tasso di rappresentatività del 44%. E’ quindi stato un sindacato di «maggioranza relativa», così come continua ad esserlo adesso sebbene con un tasso di rappresentatività inferiore.

La seconda “chicca” è rappresentata dalla argomentazione, a mio modo di vedere grave perché denota un difetto di conoscenza dei diritti che la Costituzione riconosce, secondo cui l’UNAMS avrebbe colpevolmente adito la Magistratura rivendicando l’illegittimità di alcuni atti adottati dal MIUR e, così facendo, avrebbe impedito l’attuazione della riforma. Vorrei però che il Prof. Giacchino rispondesse a questa semplice domanda: laddove un Sindacato (a torto o a ragione, ma pur sempre legittimamente) ritenga che un determinato provvedimento sia illegittimo e vada in direzione opposta rispetto agli obiettivi contenuti nella Legge 508/1999, laddove tale Sindacato abbia fatto presente le proprie perplessità (giuridiche e politiche) nelle sedi istituzionali rimanendo inascoltato, ha o non ha diritto di “interpellare” un soggetto terzo (il Tribunale) affinché quest’ultimo si pronunci? Ma, mi lasci dire Prof. Giacchino, che, a prescindere dal caso di specie a cui Lei ha fatto riferimento (DD.MM. 482 e 483), troppo spesso il MIUR ha avuto il malcostume di “forzare la mano” lasciando coloro che non erano d’accordo dinanzi ad un bivio: subire supinamente o, come extrema ratio, chiedere giustizia. Qualora non le fosse bene presente il concetto, egregio Prof. Giacchino, questa è la democrazia. Può piacere o non piacere, ma tant’è!

Quanto all’intervento del Consiglio di Stato con finalità “ricompositive” sappia il Prof. Giacchino che, a volte, talune decisioni delle Alte Magistrature sono più “politiche” che giuridiche e che, comunque, nel caso di specie, la validità delle argomentazioni giuridiche evidenziate dal sottoscritto era talmente evidente e lampante che persino il Legislatore, con la legge 1/2009, ha deciso di intervenire per, appunto, “ricomporre” il vulnus giuridico che si era creato. In buona sostanza, l’approvazione della L 1/2009, è la prova per tabulas che, quantomeno uno dei vizi denunciati, aveva un preciso ed incontestabile fondamento giuridico.

Quanto ai rapporti fra “l’onorevole amico” e l’O.S. UNAMS non compete a me rispondere, ma immagino che il Sindacato prenderà una posizione ufficiale sul punto.

Concludendo, mi rivolgo direttamente ai vertici della CISL che, rebus sic stantibus, continuerò sempre a criticare politicamente pur nel massimo rispetto delle persone, affinché mi spieghino perché, anziché replicare in proprio, l’abbiano fatto per il tramite del Prof. Giacchino.

Il Sig. Madeo Fiore ha,giustamente, tenuto a precisarmi personalmente che il suo essere calabrese e cosentino gli “impone” di non mandarla mai a dire ma di metterci sempre la faccia.

Personalmente, da reggino (tenendo a sottolineare la specificità reggina rispetto ad una più generica “calabresità” invocata dal responsabile CISL) apprezzerei quest’approccio e, pertanto, lo invito ad un confronto diretto e non per interposta persona.

Avv. Giuseppe Leotta

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