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Quer pasticciaccio brutto der “San Pietro a Majella”

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Quer pasticciaccio brutto der “San Pietro a Majella”

È il 3 settembre 2009 quando Serena Stabile, studentessa di Canto presso il Conservatorio di Musica di Napoli “S. Pietro a Majella” con ottimo curriculum studiorum al proprio attivo, si accinge ad effettuare l’ultimo esame (peraltro complementare) del proprio corso quinquennale di studi, prima di poter finalmente acquisire l’agognato Diploma.

Tuttavia, all’atto di sostenere la prova, la studentessa si trova di fronte (oltre alla commissione valutatrice) anche il Direttore del Conservatorio, Prof. Patrizio Marrone, che assume un ruolo attivo ponendo domande, prendendo decisioni, condizionando – di fatto –  l’evoluzione dell’esame; proprio quel Direttore che nella qualità di membro della Consulta degli Studenti e del Consiglio Accademico la Stabile aveva più volte aspramente criticato, anche con atti formali.

L’esame vamale e la studentessa non solo viene bocciata ma viene, dal Direttore Marrone, espulsa dal Conservatorio e fatta decadere dalle cariche sino a quel momento ricoperte in seno agli organi dell’Istituzione.

Serena Stabile non ci sta e, con l’ausilio del sottoscritto, si rivolge al TAR che, in tempi abbastanza brevi, emette una prima ordinanza con cui, ritenendo il Ricorso «assistito da sicuro fumus boni juris in ordine alle diffuse censure che hanno caratterizzato l’esame», ne ordina la ripetizione.

A quel punto, proprio al fine di dare esecuzione all’ordinanza del TAR, si riunisce il Consiglio Accademico del Conservatorio di Napoli che adotta i criteri sulla base dei quali sarebbe dovuta essere designata la nuova commissione per la ripetizione dell’esame.

Senonchè il Direttore Marrone – secondo i Magistrati bramoso di portare a termine la propria “battaglia personale” poiché spinto da fattori esterni ed estranei alla funzione ricoperta (quali i contrasti pregressi con la studentessa e la connessa voglia di “farla fuori”) ed in oggettivo accordo con la Direzione Generale AFAM (che si presta ad emettere una nota dal contenuto giuridico abnorme) – decide di non conformarsi a quanto deliberato dal Consiglio Accademico, provvedendo direttamente a nominare una commissione a lui gradita con l’evidente intento di eludere quanto disposto dal TAR.

Passano i mesi (siamo già giunti a febbraio 2010), e il calvario giudiziario di una studentessa modello non accenna minimamente ad aver fine.
Anzi, nonostante il primo pronunciamento favorevole, Serena Stabile è costretta nuovamente a rivolgersi al TAR al fine di poter finalmente essere messa nelle condizioni di ripetere l’esame dinanzi ad una commissione imparziale.

 

Anche in questo caso i Giudici sono estremamente chiari: il Direttore ha posto in essere condizionamenti ambientali sulla commissione esaminatrice che aveva provveduto a bocciare la studentessa e, successivamente, anziché attenersi a quanto stabilito dal Consiglio Accademico, pur trovandosi in una situazione di palese conflitto di interesse, ha nominato la commissione a lui (e solo a lui) gradita e, così facendo, ha violato i principi di buon andamento e di imparzialità dell’azione amministrativa proclamati dall’art. 97 della Costituzione.
Ma non c’è niente da fare. Il Direttore Marrone ha deciso che l’esame della Stabile «non s’ha da fare» e l’esame non si fa.
Nonostante l’ennesimo (il terzo) pronunciamento negativo (questa volta ad opera del Consiglio di Stato), il Direttore Marrone non si dà pace ed induce il Presidente del Conservatorio a rimangiarsi la volontà, in un primo momento esternata alla difesa della Stabile, di chiudere finalmente la vicenda con reciproca soddisfazione.
Non solo. Con l’ausilio dell’Avvocatura dello Stato di Napoli e non si sa bene alla luce di quale atto autorizzatorio (sarebbe infatti necessaria apposita decisione del CdA del Conservatorio che non sembra abbia mai deliberato in tal senso), il Marrone ed il Conservatorio di Napoli hanno finanche avuto l’ardire di richiedere alla Stabile, al suo legale ed ad altri soggetti (testimoni nella causa presso il TAR), ben 800.000 euro a titolo di risarcimento dei danni presuntivamente subiti!
Attesa l’abnormità di tale azione giudiziaria (ottenere pronunciamenti favorevoli dal TAR e dal Consiglio di Stato vorrebbe significare aver provocato dei danni all’immagine del Marrone e del Conservatorio???), i soggetti ingiustamente accusati non si sono solo limitati a difendersi ma, con il patrocinio degli Avv.ti Antonino e Francesco Creaco del foro di Reggio Calabria, hanno contrattaccato esponendo il Conservatorio e il Marrone medesimo al possibile esborso di circa un milione e mezzo di euro.
Circostanza quest’ultima invero divenuta altamente probabile in seguito all’emissione da parte del TAR della decisione che definisce il merito della vicenda, rinviando ad una separata sede per la quantificazione dei danni subiti dalla studentessa Serena Stabile.
Con la sentenza 1594 del 21 febbraio 2011, infatti, il TAR certifica, in via definitiva, che l’esame fu condizionato dalla attiva ed illegittima condotta del Direttore Marrone che, col movente di voler espellere la Stabile dal Conservatorio in ragione dei contrasti con lei avuti in epoca precedente, ha violato rilevanti precetti costituzionali e, pur di vincere la sua folle “battaglia personale”, ha, per ben due volte, eluso l’ordine dei Magistrati.
Ci tengo a precisare come, per l’ennesima volta (la quarta), abbiamo assistito al trionfo della Costituzione e del principio di legalità su una gestione “sviata” del potere, anche se, ad oggi, la studentessa non ha ancora potuto ripetere l’esame.
Tuttavia quello che più stupisce dell’intera vicenda è il silenzio della Direzione Generale AFAM sulla condotta del Direttore Marrone.
È chiaro quindi che il diretto responsabile – il Direttore Generale Giorgio Bruno Civello – o si accorge di aver mal vigilato e fa piena luce sulla gestione della vicenda operata dal Marrone oppure vi è il concreto rischio che sia ritenuto “complice” di una vicenda giuridicamente aberrante, con la conseguenza di condividere il medesimo destino del Direttore Marrone.
Simul stabunt, simul cadent, vero Ministro Gelmini?
Avv. Giuseppe Leotta

P.S.: È stato riferito al sottoscritto che in occasione di una recente riunione della c.d. “Conferenza dei Direttori” dei Conservatori di Musica, è stata messa in giro la voce secondo cui l’Amministrazione avrebbe già vinto la causa contro Serena Stabile (ed invece l’ha persa!) e che starebbe attendendo il pagamento, anche dal sottoscritto, di 800.000 euro a titolo di risarcimento danni. Orbene il sottoscritto non è in grado di verificare se la circostanza corrisponda o meno al vero (si pregano le persone presenti ed oneste a prendere contatto col mio Studio per cercare di fare chiarezza); ma qualora ciò fosse vero, spero che sia al più presto ristabilita la verità, diversamente ne verrebbe un serio discredito all’immagine dell’Amministrazione che, il sottoscritto, cerca invece di tutelare mediante la propria attività professionale sempre finalizzata al rispetto del principio di legalità.

P.P.S.: Mi sembra che questa vicenda possa rappresentare un monito per gli studenti. Ragazzi/e siete avvertiti: per certe direzioni la vostra presenza, nei vari organi delle Istituzioni, deve limitarsi a calare supinamente la testa e dire sempre di sì. A questo punto, appare chiaro che orgoglio, rispetto e dignità dei ruoli divengono espressioni puramente casuali e retoriche. Cari studenti, vi sta bene?

TAR Lazio Sentenza n. 1594/2011

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