Il primo dicembre di quest’anno sono stati 50 anni che per l’Italia il matrimonio non è più indissolubile: con la legge 1 dicembre 1970, n. 898 intitolata “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio” diventò possibile sciogliere definitivamente il vincolo matrimoniale dopo almeno tre anni di separazione legale tra i coniugi, come prevedeva la formulazione originaria. Da allora molto si è fatto a livello legislativo per la parità di genere, ma ancora molto è da fare sul piano della cultura diffusa.
Editoriali
Una rilettura di Karl Polanyi
La maledetta pandemia da Covid-19 con la quale ci troviamo a fare i conti mette in discussione alcuni fondamenti su cui poggia l’assetto economico globale. La chiusura delle frontiere, la pesante crisi economica derivante dall’interruzione di molte attività e una rinnovata attenzione ai temi ambientali ci inducono a una riflessione
Sono passati 50 anni
Una via contrattuale al salario minimo legale (di Roberta Bortone)
In un articolo apparso sul Fatto Quotidiano del 4 settembre scorso, Piergiovanni Alleva difende l’idea di introdurre per legge un salario orario minimo di 9 Euro lordi, soprattutto rispondendo a quanti affermano che i lavoratori delle categorie i cui contratti collettivi prevedono retribuzioni inferiori, sarebbero spinti ad agire in giudizio
Scuola, educazione civica e diritto del lavoro (di Giuseppe Leotta)
In data 20 agosto è stata promulgata (e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale) la Legge n. 92/2019 con cui è stato reintrodotto l'insegnamento obbligatorio dell'educazione civica nella Scuola (primaria e secondaria). Si tratta, a parere di chi scrive, di un provvedimento senz'altro positivo. Un segnale importante che delinea un passaggio di evidente
Retribuzione minima e salario minimo legale (di Roberta Bortone)
In questi giorni la politica discute della possibile introduzione di un salario minimo legale, cioè della definizione per legge di una retribuzione oraria minima per qualsiasi lavoratore dipendente. In realtà per definire la retribuzione minima sarebbe sufficiente continuare ad applicare l’art. 36 della Costituzione, intervenendo solo per stabilire le caratteristiche della rappresentatività richieste ai sindacati per ottenere l’efficacia generale delle clausole retributive.
Sì al sostegno del reddito per chi cerca lavoro. Ma attenzione! (di Roberta Bortone)
Il Decreto-legge che introduce il Reddito di cittadinanza lo presenta come misura di sostegno al reddito di quanti, esclusi dagli ammortizzatori sociali e in condizione di povertà, dimostrino di essere alla ricerca di un lavoro. Ma le difficoltà applicative sul versante dei servizi per l’impiego rischiano di trasformarlo in una semplice misura assistenziale di contrasto alla povertà.
Il Servizio Sanitario Nazionale compie 40 anni (di Roberta Bortone)
Qualche precisazione sul “reddito di cittadinanza” (di Roberta Bortone)
In questi giorni si sta discutendo molto di quello che viene chiamato “reddito di cittadinanza” ma, al di là del nome, il Governo non vuole introdurre un vero reddito di cittadinanza bensì una misura di sostegno del reddito che si ispira al modello di Welfare lavoristico coerente con la nostra Costituzione
Fine anno e fine legislatura (di Roberta Bortone)
È difficile fare un bilancio dei cinque anni di questa legislatura. Sul versante del diritto del lavoro molto è stato segnato dal c.d. Jobs Act: auspicato da alcuni e strenuamente contrastato e contestato da altri, non pare aver prodotto né grandi effetti positivi né notevoli danni. La legislatura si chiude comunque con un bilancio positivo grazie agli interventi in tema di diritti civili.