La Corte di Cassazione (sentenza n. 834 del 2019) ha stabilito che la diversa quantificazione o la specificazione della pretesa, se ne restano fermi i fatti costitutivi, non comporta la prospettazione di una nuova “causa petendi” rispetto a quella dedotta … Continua a leggere
Sì al sostegno del reddito per chi cerc...
di Roberta Bortone
Il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri ma non ancora pubblicato, contiene una misura sulla quale da decenni... [leggi]
Il Servizio Sanitario Nazionale compie 4...
di Roberta Bortone
Esattamente 40 anni fa, con la Legge n. 833 del 23 dicembre 1978, nasceva il nostro Servizio Sanitario Nazionale, considerato... [leggi]
Appalto di servizi e somministrazione (di F. Graziotto) | di Redazione
Secondo il Consiglio di Stato (sentenza n. 1571 del 2018) in fattispecie di appalto in cui la prestazione richiede esclusivamente l’impiego di manodopera, il criterio dell’effettivo esercizio del potere di organizzazione e di direzione, da parte dell’appaltatore o del committente, assume valore decisivo al fine di valutare la genuinità o meno dell’appalto. Continua a leggere
Sulla frazionabilità delle domande giudiziali (di F. Graziotto) | di Redazione
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sentenza n. 4090 del 2017) hanno stabilito che le domande aventi ad oggetto diversi e distinti diritti di credito, anche se relativi ad un medesimo rapporto di durata tra le parti, possono essere proposte in separati processi. Continua a leggere
L’interessante approfondimento sulla precarietà della sociologa Mirella Giannini | di Roberta Bortone
Si parla molto, e ormai da anni, di precarietà, ma spesso senza aver chiari i vari possibili significati di questo termine. Abbiamo ricevuto e pubblichiamo volentieri un saggio di Mirella Giannini, sociologa del lavoro nell’Università “Federico II” di Napoli, che … Continua a leggere
Dichiarata incostituzionale l’indennità proporzionata alla sola anzianità di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato | di Redazione
La Corte Costituzionale, con la sentenza del 26 settembre 2018, n. 194 ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 3, comma 1, del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23 (c.d. Jobs Act) – sia nel testo originario sia nel testo modificato dall’art. 3, comma 1, del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87 (c.d. Decreto Dignità – limitatamente alle parole «di importo pari a due mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di servizio». Continua a leggere